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Proprietà terapeutiche reali e presunte
I ricercatori si sono soffermati a lungo sullo studio del THC e del CBD ma negli ultimi anni, in relazione alla legalizzazione della cannabis e alla sua diffusione come metodo terapeutico alternativo usato per attenuare gli effetti di patologie neurodegenerative e altri disturbi, hanno rivolto le ricerche anche ad un altro cannabinoide: il THCV, ossia il tetraidrocannabivarina. Un principio attivo molto promettente, che potrebbe trovare impiego in campo medico per contrastare il diabete di tipo 2 e le problematiche derivanti dall’obesità.
La sua struttura molecolare è simile a quella del THC e infatti su determinati aspetti si somigliano. Ad esempio entrambi interagiscono con i recettori CB1 e CB2 che fanno parte del sistema endocannabinoide. Quest’ultimo è responsabile di una serie di funzioni del nostro organismo, quali la regolazione dell’umore, il sonno, l’appetito, la memoria, tanto per citarne qualcuna.
Nonostante questo, sui suoi effetti e le sue proprietà non sappiamo ancora molto e i risultati ottenuti dalle ricerche non possono essere ritenuti definitivi: occorrono studi più approfonditi per avere risposte chiare sulle applicazioni possibili del THCV, sulle reazioni del corpo umano alla sua assunzione e soprattutto sui benefici che può effettivamente apportare all’organismo.
Che cos’è e come agisce il THCV
Il THCV è un cannabinoide presente nelle piante di Cannabis. La sua formazione avviene a partire dal CBGV-A, che si trasforma in THCV-A per poi diventare THCV tramite il processo di decarbossilazione. Esso consiste nell’eliminazione dei gruppi carbossilici dalla molecola del composto esaminato. Questo meccanismo si attiva tramite il calore o l’esposizione alla luce del sole.
Il tetraidrocannabivarina si trova nelle varietà di cannabis in misura molto ridotta. Il suo quantitativo infatti non supera l’1%. Le specie dove è presente in dosi maggiori sono quelle originarie dell’Asia (soprattutto del Nepal, dell’Africa, del Pakistan, della Cina e dell’India).
Effetti del THCV
Come anticipato all’inizio di questo articolo, il THCV entra in comunicazione con i recettori CB1 e CB2 del nostro sistema endocannabinoide. Ciò significa che ne influenza il comportamento. In particolare, con i recettori CB1 collocati lungo tutto il sistema nervoso centrale, il THCV se somministrato in dosi ridotte agisce come antagonista, di conseguenza può ridurre gli effetti psicotropi del THC e contrastare ansia, paranoia e fame causate da tale principio attivo.
Se invece viene preso in dosi elevate, diventa un agonista dei recettori CB1, assumendo un ruolo psicoattivo. Quindi suscita nelle persone uno stato di agitazione e di euforia, la cui durata però è inferiore rispetto a quello generato dal THC.
Proprietà del THCV
Il tetraidrocannabivarina è considerato dalla comunità scientifica uno dei cannabinoidi più rari ma anche quello che potrebbe rappresentare una svolta nella terapia per il Diabete di tipo 2 e per il trattamento dell’obesità, ma non solo. Vediamo un elenco di studi in relazione a patologie e disturbi come Parkinson, epilessia e obesità, che ne sostengono gli effetti neuroprotettivi, antiepilettici e di regolazione della fame e della glicemia.
THCV e Parkinson
Proprio in relazione alla lotta contro malattie neurodegenerative, uno studio pubblicato sul British Journal of Pharmacology, ha indicato il THCV come una sostanza che può aiutare ad alleviare i sintomi e a rallentare la progressione del morbo di Parkinson.[1]
Regolazione del senso di fame
Per quanto riguarda gli effetti, il THCV può diminuire il senso di fame come ha dimostrato uno studio pubblicato sull’International Journal of Neuropsychopharmacology, condotto su un gruppo di volontari sani. La ricerca si è concentrata nel valutare la risposta a livello neurologico dei soggetti coinvolti a proposito dell’avversione al cibo e della voglia di mangiare.
Il THCV, somministrato in piccole dosi, ha dato risultati sorprendenti, in quanto le persone hanno manifestato un limitato desiderio di cibo. Questo avviene perché il tetraidrocannabivarina blocca i recettori dell’ormone della fame, agendo come antagonista CB1 neutro, cioè senza generare il rischio di effetti collaterali depressivi, come avviene con altro tipo di trattamenti[2]. Da qui l’ipotesi che il suo utilizzo potrebbe trovare impiego nella cura dell’obesità e contribuire a risolvere tale grave problematica negli individui che ne sono affetti.
Effetti su glicemia e diabete
Un altro studio, invece, riguarda l’applicazione del THCV nel trattamento del diabete di tipo 2. Questa malattia causa un minore rilascio d’insulina nel sangue nel momento in cui i livelli dello zucchero sono molto elevati. Ciò comporta svariate conseguenze, tra i più gravi: problemi cardiaci, ictus, cecità e insufficienza renale.
La ricerca fatta nel 2016 ha sottoposto 62 pazienti affetti da Diabete di tipo 2 a cinque trattamenti, tra i quali uno si è basato sull’impiego esclusivo di THCV per 13 settimane. Ebbene al termine del periodo, il tetraidrocannabivarina aveva migliorato il funzionamento del pancreas e diminuito la quantità di glucosio nel sangue a digiuno, ipotizzando il THCV come potenzialmente terapeutico nel controllo glicemico nei pazienti affetti da diabete di tipo 2[3].
Sempre a proposito del diabete di tipo 2, un’altra ricerca del 2013 ha focalizzato l’attenzione su come il THCV potesse migliorare l’intolleranza al glucosio in soggetti obesi, che è spesso il primo campanello d’allarme per la futura comparsa della malattia. Lo studio, effettuato su topi obesi, ha prodotto risultati interessanti. Si è infatti verificato un miglioramento della loro tolleranza al glucosio e un aumento della sensibilità all’insulina.[4]
Effetti antiepilettici
Infine, uno studio pubblicato sulla rivista Epilepsia ha mostrato che il THCV può ridurre in modo significativo gli attacchi epilettici. Al momento però la ricerca è stata effettuata solo sul tessuto celebrare di un ratto.[5]
THCV e cannabis terapeutica
Il THCV non ha ancora trovato applicazione in ambito terapeutico proprio perché i suoi studi sono ancora all’inizio e gli scienziati hanno bisogno di maggiori prove per decidere se introdurla come sostanza alternativa alla cura di determinate patologie e disturbi.
Per quanto riguarda la sua legalità, sebbene non rientri negli elenchi delle sostanze proibite, di fatto può essere considerata tale per via dei suoi effetti psicotropi che causano una febbrile eccitazione e una generale condizione inebriante.
* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.
Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.
Fonti:
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3165958/
[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4438540/pdf/pyu094.pdf
[3] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27573936/
[4] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3671751/
[5] https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1528-1167.2010.02523.x