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ORIGINE, COLTIVAZIONE E NORMATIVA DELLA PIANTA PIÙ DISCUSSA DI SEMPRE
Con il termine “pianta di marijuana” ci si riferisce genericamente alla pianta di canapa (o cannabis), in realtà la “marijuana” è uno dei prodotti finali derivati dalla canapa, indica la sostanza che si ottiene dai fiori essiccati della pianta femmina.
Origini, storia e usi
La pianta di cannabis è originaria dell’Asia centrale prima di essere introdotta in Africa, Europa e successivamente nelle Americhe di Colombo. Semi bruciati di cannabis furono trovati anche nelle tombe di sciamani in Cina e Siberia nel 500 prima di Cristo, ad indicare che veniva impiegata anche per rituali funebri.
Ben prima dell’uso ricreativo molto di moda oggi, la pianta di cannabis veniva coltivata in passato per l’olio dei suoi semi e per le fibre, usata come erba medica o come materiale per cucire vestiti, vele, corde. È stata bistrattata a seguito di problematiche razziali e politiche tra Stati Uniti e Messico durante la rivoluzione messicana che ha cambiato, nel 1937, la sua condizione legale in tutto il mondo.
Nel 1830 un dottore irlandese residente in India, scoprì che l’estratto di cannabis aiutava a diminuire i dolori di stomaco e nausea in persone affette da colera.
Entro la fine dell’anno si iniziò a venderla nelle farmacie europee e americane per trattare molteplici disturbi. Successivamente si scoprì che era proprio il THC la sostanza con proprietà mediche che interagiva anche con la parte del cervello atta a diminuire la nausea e ad aumentare la fame.
La cannabis è oggi prescritta per trattare casi di nausea da cancro dovuta a chemioterapia, perdita di appetito e anoressia in pazienti affetti da AIDS e molte altre patologie in Italia e all’estero.
La pianta di cannabis
La canapa è una pianta angiosperme della famiglia delle cannabaceae che comprende la Canapa Sativa, la Canapa Indica (o indiana) e la Canapa Ruderalis nelle quali sono contenute concentrazioni e proporzioni di sostanze psicoattive diverse, stupefacenti e non. Quelle che contengono il delta-9-tetraidrocannabinolo, più noto come THC, sono illegali in molti paesi.
Le piante di marijuana sono piante dioiche, il che vuol dire che hanno bisogno della presenza di una pianta del sesso opposto per riprodursi. Attraverso l’impollinazione della pianta femmina con i pollini della pianta maschio appartenente ad una specie diversa, si generano altre varietà di cannabis con diversi principi attivi, chiamate genetiche.
Le piante maschio e femmina si differenziano anche in qualità e caratteristiche.
- La pianta di cannabis maschio tende ad essere più alta della femmina per spargere più facilmente il polline, non produce fiori e contiene una percentuale di cannabinoidi molto inferiore rispetto alla femmina. Le piante maschio vengono usate prevalentemente per produrre semi.
- La pianta di cannabis femmina produce i fiori famosi in tutto il mondo i quali contengono alti livelli di cannabinoidi. La sua altezza rimane generalmente più contenuta anche se alcune combinazione ibride possono arrivare fino a 3 metri.
- Una pianta può essere anche di entrambi i sessi e presentare le caratteristiche sia della pianta femmina che della pianta maschio, queste si chiamano piante ermafrodite.
Le tre specie di cannabis
Come detto poco fa, la pianta di canapa si suddivide in 3 tipologie diverse.
Racchiuse nel più grande insieme della così nominata Cannabis sativa L abbiamo:
- Canapa Sativa, la specie più rilevante tra le tre, si rende riconoscibile grazie alle lunghe foglie sottili, può arrivare ad averne fino 13, solitamente di colore verde chiaro. Contiene alti livelli di THC;
- Canapa Indiana, raggiunge l’altezza di 1,5 mt caratterizzata invece da foglie più corte e larghe, può averne dalle 7 alle 9, di colore verde scuro. Contiene alte percentuali di CBD;
- Canapa Ruderalis, è la varietà autofiorente, ossia fiorisce dopo 25-30 giorni indipendentemente dalle ore di luce. È più rada delle colleghe, sviluppa da 3 a 5 foglie sottili. Non contiene percentuali rilevanti né di THC né di CBD, viene impiegata infatti per creare ibridi.
Genetiche ibride
Queste tre piante, vista la crescente richiesta, sono state combinate tra loro nel corso degli anni dando origine a genetiche ibride molto particolari, tutte differenti tra loro.
Le più famose sono:
- Skunk
- Northern Lights
- Neville’s Haze
- Og Kush
- Sour Diesel
- Gran Daddy Purple
- Sour Tsunami
Prodotti della canapa
I derivati della canapa sono sempre stati l’obiettivo finale per chi la utilizzava in passato. Oggi si usano:
Paglia per:
- corde
- teli
- sacchi
- abiti e tessuti
- combustibili
- materie plastiche
Semi, altamente nutritivi si impiegano:
- in ricette culinarie
- produrre farine
- produrre latte
- estrarre olio di semi
Foglie e infiorescenze essiccate danno:
- oli essenziali
- trinciati per tisane
- condimenti
Recettori cannabinoidi
È doveroso sapere che il nostro corpo ha al suo interno un sistema endocannabinoide costituito da recettori presenti nelle membrane cellulari.
Questi recettori interagiscono con le sostanze endocannabinoidi autoprodotte dal nostro organismo simili ai cannabinoidi presenti nella cannabis. Ci consentono di vivere meglio favorendo la digestione, migliorando il sonno, regolando diverse funzioni del sistema nervoso, dell’apparato cardiaco, del sistema riproduttivo ed immunitario. Questa predisposizione genetica fa riflettere molto su quanto siamo da sempre predisposti ad assumere cannabis.
Componenti della cannabis
THC
Il THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo) è il principale psicoattivo contenuto nella pianta di marijuana, il più ricercato, dagli effetti inebrianti, che ha reso la pianta di canapa illegale in molti paesi. Deriva dall’essiccazione delle infiorescenze della pianta di cannabis femmina. Questa sostanza agisce principalmente nei recettori del cervello rilasciando dopamina.
CBD
La pianta di cannabis contiene altre 500 sostanze chimiche, un centinaio delle quali hanno al loro interno una percentuale molto bassa di THC tali da non essere considerate psicoattive: i cannabinoidi (il principale è il CBD o cannabidiolo). Questi hanno effetti benefici in problematiche relative alla salute e per alleviare il dolore.
Il CBD ha proprietà:
- antinfiammatorie
- anticonvulsive
- antiossidanti
- antiemetiche
- ansiolitiche
- antipsicotiche.
Il CBD viene utilizzato anche per trattare neuroinfiammazioni, epilessia, vomito, ansia e schizofrenia.
Per queste ragioni il “cannabinoide madre”, il cannabigerolo (CBG, dal quale vengono sintetizzati naturalmente i cannabinoidi), è sempre più oggetto di studi in campo medico.
Il terzo cannabinoide più importante è il cannabicromene (CBC), è presente nelle infiorescenze essiccate in quantità molto ridotta. È, ad oggi, una tra le sostanze meno note e studiate.
Terpeni
L’odore e il sapore caratteristico della marijuana è dovuto dai terpeni: composti naturali e oleosi prodotti dalla pianta che contribuiscono a modificarne le proprietà. Proteggono la pianta di cannabis dai predatori e altri agenti esterni mentre sugli esseri umani hanno effetto terapeutico (antinfiammatorio, ansiolitico).
Flavonoidi
I flavonoidi sono responsabili della colorazione della pianta di marijuana e svolgono funzione protettiva. Grazie ai suoi colori la piantina di erba può tenere lontano insetti e parassiti e filtrare la luce ultravioletta. Nella cannabis ne sono presenti una ventina che costituiscono i 2-3% della massa secca totale della pianta.
THCP
È stato appena scoperto da ricercatori dell’università di Modena e Reggio Emilia il THCP- tetraidrocannabiforolo, una versione potenziata del THC che lo renderebbe molto utile in campo medico e terapeutico.
Effetti da THC
I principali effetti da THC che si riscontrano quando la marijuana viene fumata sono:
- euforia
- rilassamento
- sonnolenza
- aumento percezioni sensoriali
- distorsione del tempo
- incremento dell’appetito.
Quando si aspira il fumo prodotto dalla combustione del fiore essiccato, il THC e le altre sostanze presenti passano dai polmoni entrando nel flusso sanguigno, che rapidamente le porta al cervello. I sintomi sono pressoché immediati e durano qualche ora.
In alimenti come bevande o cibi questi effetti sono ritardati in quanto le sostanze devono prima passare attraverso il sistema digestivo. Questo ritardo dei sintomi può causare un sovradosaggio non voluto.
Non tutti reagiscono alla stessa maniera. Alcune persone possono manifestare:
- ansia
- paura
- panico
Sono sintomi comuni tra chi ne assume toppa, se i livelli di THC sono molto alti o se la persona è neofita.
Massicce dosi provocano:
- psicosi
- allucinazioni
- perdita della propria identità
Sono tutte condizioni temporanee da non sottovalutare.
Il consumo occasionale di THC è rintracciabile all’interno dell’organismo da 1 alle 3 ore se fumata o più ore se ingerita. (Fonte).
La legge sulla cannabis in Italia
Nella più recente udienza di cassazione del 19/12/2019 è stato stabilito che
la coltivazione domestica rudimentale di cannabis per uso personale e in quantità minime, non costituisce materia di reato penale.
Ma attenzione bene perché una sentenza non è legge ma è sicuramente un passo avanti verso la legalizzazione di questa pianta tanto dibattuta.
Resta quindi illegale coltivare marijuana in Italia al di fuori dei limiti della normativa.
Ora come ora in Italia è possibile acquistare cannabis light (esclusivamente da maggiorenni) contenente fino allo 0,5% di THC.
È consentito coltivare marijuana con semi di cannabis sativa legale certificati ammessi nell’Unione Europea (“Agricultural plant species”; sezione “Species”; “A 85 Hemp – Cannabis Sativa”) ai sensi del D.P.R. 309/90 conservando accuratamente fatture, scontrini e identificativi della semente per almeno un anno.
In seguito alla legge 242/2016 bisogna tener conto che ne è consentita la coltivazione solo per colture in grado di ridurre:
- impatto ambientale in agricoltura
- consumo dei suoli
- desertificazione
- perdita della biodiversità.
Se decidi di coltivare senza queste finalità rischi seri problemi con la legge.
È possibile comprare e auto coltivare marijuana dietro prescrizione medica in casi di patologie invalidanti come dolore cronico, conseguenze dovute alla chemioterapia, radioterapia, per combattere anoressia, cachessia, in pazienti affetti da AIDS, ridurre movimenti involontari del corpo nella sindrome di Gilles de la Tourette.
Qui il decreto 279 del 30/11/2015.
Metodi di coltivazione della marijuana
Ricordiamo che in Italia, nonostante la sentenza del 19 dicembre 2019 abbia stabilito che la coltivazione di marijuana in minime dimensioni, svolta in forma domestica e per uso personale non sia reato, la coltivazione di cannabis costituisce ancora un illecito amministrativo seppur non punibile con il carcere.
Esistono diverse modalità di coltivazione di cannabis: indoor, outdoor e greenhouse (in serra).
- La coltivazione indoor offre il vantaggio di poter coltivare piante marijuana, 365 giorni l’anno. Sono necessari vari strumenti per la regolazione della temperatura e dell’umidità, dell’aerazione, della luce.
- La coltivazione outdoor è legata molto alle condizione atmosferiche alle quali è sottoposta la pianta di canapa. Nonostante questo i vantaggi sono molteplici sul versante degli spazi, delle quantità coltivabili o nei risparmi di elettricità per l’esposizione alla luce.
Tempi di fioritura della cannabis
I tempi di fioritura della marijuana variano a seconda della tipologia di coltura scelta.
- La coltivazione indoor ci impiega più o meno 8-12 settimane, 5 per le specie autofiorenti a fioritura accelerata, 8 per la indica e 12 per le ibride.
- Nella coltivazione outdoor i tempi sono dettati della natura, il che vuol dire che ci possono volere anche fino a 9 mesi prima di raccogliere i frutti.
Infestazioni e malattie principali
Afidi, moscerini dei funghi e altri parassiti potrebbero vivere sia nelle radici della piantina di cannabis che tra le foglie.
Le radici sono più sensibili e se si ammalano sarà poi più difficile riuscire a recuperare l’intera pianta. Le foglie e/o i rami infestati si possono recidere prima che danneggino il resto.
Muffa grigia
Nelle infiorescenze, o vicino al gambo, può formarsi della muffa grigia che non si vede finché non è ormai troppo tardi. È necessario recidere i rami infetti (o isolare l’intera pianta) e fare attenzione ai restanti perché consumare fiori marci è nocivo.
La muffa grigia si sviluppa quando le condizioni di coltivazione non sono ottimali come troppo caldo, poca aria o troppa umidità.
Ascomycota
L’ascomiceto è un’altra muffa, bianca, che si manifesta sulle foglie e gambi e impedisce la fotosintesi. Si tratta come la muffa grigia.
Mosca bianca
La mosca bianca è un parassita che si trova sul lato inferiore delle foglie da dove si nutre della linfa. Ha una diffusione molto rapida in quanto può deporre fino a 200 uova.
Ragni rossi
I ragni rossi sono riconoscibili dalle ragnatele che formano intorno alla pianta. Anche qui le coccinelle è l’ideale. Abbassare la temperatura di qualche grado può essere utile per liberarsi di questi ragni.
Ruggine delle piante
Le foglie umide e il poco spazio di crescita possono favorire la comparsa della ruggine delle piante. Bisogna quindi rimuoverle e monitorare le altre per prevenire la diffusione dell’infezione.
Raccolta della marijuana
La raccolta deve avvenire nel momento di produzione massima di THC, prelevare le cime troppo presto o troppo tardi ne compromette la concentrazione all’interno dei fiori e quindi la qualità della marijuana.
Quando i tricomi posti sulle foglioline sono di color bianco lattiginoso è il momento giusto per recidere le punte.
La cima verrà poi messa ad essiccare e successivamente conciata. Solo dopo la concia, i fiori essiccati saranno pronti per il consumo.
Metodi di impiego della marijuana
Il modo più gettonato di impiegare la marijuana, come si sa, è quello di consumarla come fosse una sigaretta e fumarla. Quindi che sia attraverso spinelli, pipe, chillum o bong, la combustione e l’inalazione del fumo prodotto va per la maggiore.
Un’altra opzione è offerta dal mondo della cucina. Dopo aver decarbossilato (riscaldato ad alte temperature) il fiore secco tritato, processo che trasformerà il THCA in THC, si possono preparare oli, burro, biscotti, i famosi brownie, curry e bevande di ogni tipo, dal frappè alle versione alcoliche.
C’è anche chi opta per la vaporizzazione, ossia far rilasciare i cannabinoidi ed i terpeni senza che la marijuana venga bruciata.
Esistono poi creme topiche per trattare problematiche cutanee o anche solo per idratare la pelle. Questo metodo non provoca nessuna alterazione.
Qualunque sia la tua scelta sul prodotto derivato dalla canapa e sul suo consumo, fai attenzione a rifornirti presso produttori legali e qualificati che possano garantire la qualità del prodotto stesso.