Olio di canapa e diabete

A che punto è la ricerca scientifica?

Olio di canapa e diabete: associazione azzardata? Sebbene lo possa sembrare, in realtà non è così. Svariati studi infatti hanno dimostrato che l’olio di CBD (cannabidiolo) può aiutare a trattare la sintomatologia tipica della malattia e a mitigare i suoi effetti, tenendoli sotto controllo. In particolare è un alleato per alleviare le infiammazioni e i dolori articolari, grazie alle proprietà analgesiche e antinfiammatorie del cannabidiolo ormai note.

Ciò ovviamente non significa che l’olio di canapa può sostituire la terapia farmacologica, una dieta adeguata e uno stile di vita attivo, che restano indispensabili per gestire il diabete ed evitare aggravamenti. Questo prodotto a base di cannabidiolo può semmai essere affiancato alle cure tradizionali per renderle ancora più efficaci.

Non dimenticare quindi di consultare il tuo medico di fiducia prima di decidere di assumere l’olio di canapa regolarmente, anche al fine di capire qual è il dosaggio più adatto a te.

Cannabis e medicina tradizionale

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Olio di cannabis e ricerca scientifica

Ad oggi il diabete è una malattia molto diffusa nella popolazione mondiale. Si stima che il 5,4% delle persone ne è affetto. Il dato tuttavia si pensa possa essere ancora più alto in quanto un individuo su tre non sa di averlo. In futuro la situazione potrebbe peggiorare ancora, ecco perché approfondire la ricerca su metodi di cura alternativi da associare alla medicina classica si rivela indispensabile per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Nell’articolo di oggi approfondiremo proprio le sperimentazioni fatte relative al rapporto tra olio di canapa e diabete e analizzeremo le caratteristiche della malattia per aiutarti anche a riconoscere i campanelli d’allarme.

Il diabete: cos’è e con quali sintomi si manifesta

Il diabete, o per meglio dire, il diabete mellito, è una malattia di origine metabolica che porta a un’eccessiva presenza di zuccheri nel sangue. Tale situazione è causata dal mal funzionamento del pancreas che non produce abbastanza insulina o non la utilizza in modo adeguato. L’insulina è l’ormone responsabile dei livelli di glucosio nell’organismo.

Il diabete mellito si suddivide in due categorie:

  • Diabete di tipo 1: si manifesta soprattutto tra i bambini e gli adolescenti ed è una malattia autoimmune. In questo caso le cellule del pancreas che producono insulina vengono aggredite e distrutte dal sistema immunitario.
  • Diabete di tipo 2: il pancreas produce l’insulina necessaria all’organismo ma non riesce a impiegarla come si deve oppure ne rilascia una quantità troppo bassa.

Farmaci e diabete

Per quanto riguarda la cura, non esiste ad oggi un farmaco o un percorso terapeutico in grado di far regredire definitivamente la malattia. Si può solo agire per mantenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue attraverso una dieta adeguata, l’assunzione di farmaci per via orale e, in particolare nel caso del diabete di tipo 1, con la somministrazione di insulina ad azione lenta, utile a rispondere al fabbisogno del corpo nell’arco dell’intera giornata o rapida. In quest’ultimo caso viene data in corrispondenza dei pasti, tenendo conto dei carboidrati assunti e dell’attività fisica fatta o che andrà svolta in seguito.

Un metodo molto efficace è quello che si avvale del microinfusore per insulina. Questo dispositivo replica il funzionamento del pancreas iniettando nel sangue la quantità di insulina necessaria nei vari momenti del giorno, in relazione alle esigenze del paziente.

Sintomi del diabete

Per quanto riguarda i sintomi, nel caso del Diabete di tipo 1 abbiamo:

  • Frequente minzione;
  • Aumento esponenziale della sete;
  • Perdita di peso in corrispondenza di un maggior appetito;
  • Stanchezza e un senso di affaticamento generale;
  • Vista annebbiata.

Invece nel Diabete di tipo 2 i campanelli di allarme sono:

  • Minzione più frequente;
  • Maggiore sete;
  • Vista appannata;
  • Stanchezza generale;
  • Ferite che tendono a guarire più lentamente.

Occorre fare molta attenzione alla sintomatologia e qualora si abbiano casi in famiglia, è consigliato effettuare controlli annuali per verificare l’eventuale insorgere del diabete, in quanto se non diagnosticato tempestivamente comporta serie complicanze. Ad esempio può far insorgere malattie cardiovascolari, causare lesioni al sistema nervoso, insufficienza renale, danni agli occhi, problemi di udito, ansia e depressione.

I cannabinoidi utili per il diabete

Tra i cannabinoidi utili a tenere sotto controllo il diabete abbiamo senza alcun dubbio il CBD. In virtù infatti delle sue proprietà, si rivela un alleato per attenuare i disturbi legati alla malattia e migliorare di conseguenza la qualità di vita dei pazienti. In particolare il cannabidiolo nelle persone affette da diabete:

  • può ridurre le infiammazioni arteriose, grazie alla sua efficace azione antinfiammatoria;
  • può diminuire le infiammazioni dei nervi;
  • può attenuare gli spasmi muscolari;
  • può alleviare i disturbi gastrointestinali.

In aggiunta possiamo dire che il CBD in virtù della sua azione calmante e rilassante, può contrastare l’ansia e l’agitazione e favorire il riposo notturno. Chi è affetto da tale patologia, infatti, in alcuni casi può avere problemi a dormire.

Tuttavia una ricerca scientifica ha dimostrato la potenziale efficacia del THCV, cannabinoide minore presente nella cannabis, che contrasta l’attività del recettore CB1 attivando allo stesso tempo il recettore CB2.  Quest’azione influenza positivamente il sistema metabolico, contrastando l’appetito e andando ad attenuare lo stress ossidativo.

Lo studio, che risale al 2013 [1], è stato condotto su topi da laboratorio in sovrappeso. In sostanza la somministrazione di THCV ha migliorato l’intolleranza al glucosio, ha aumentato il consumo energetico e accresciuto la sensibilità all’insulina.

Un’altra sperimentazione, pubblicata nel 2020 sulla rivista Biochemical Pharmacology [2], ha dimostrato come il THCA (Acido Tetraidrocannabinolo) su un gruppo di topi obesi abbia diminuito il peso corporeo e la massa grassa, migliorando anche la tolleranza al glucosio e la resistenza all’insulina. Il THCA è il precursore del THC e non essendo decarbossilato, non ha effetti psicotropi sull’organismo.

Studi scientifici sull’olio di canapa e diabete

Sono stati effettuati svariati studi scientifici sull’efficacia del CBD nei riguardi del diabete, in particolare pare possa ritardarne la comparsa e rallentarne il decorso in maniera consistente.

Uno studio del 2006 [3], condotto su topi, ha provato che la somministrazione regolare di CBD impedisce la distruzione delle cellule del pancreas preposte alla produzione di insulina. In questo modo l’attività metabolica del corpo non è compromessa, l’infiammazione del pancreas viene ridotta e aumenta anche la tolleranza al glucosio.

Un’altra ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology [4]  ha dimostrato come l’assunzione regolare di CBD possa contrastare in modo efficace i sintomi della cardiomiopatia diabetica nei casi di Diabete di tipo 1.

Un altro studio risalente al 2006 e pubblicato sull’American Journal of Pathology [5] ha riportato i risultati di una sperimentazione fatta dai ricercatori del Medical College of Virginia su un gruppo di topi. Dopo aver somministrato al campione CBD per un periodo di massimo 4 settimane, hanno notato una diminuzione del rischio d’insorgenza della retinopatia diabetica, una delle principali cause di cecità nei pazienti diabetici adulti. Questo perché il cannabidiolo contrasta la morte delle cellule retiniche e diminuisce al contempo lo stress ossidativo [6].

Una ricerca [7], sempre condotta su topi, ha verificato l’insorgenza del diabete suddividendo il campione in due gruppi: uno trattato con CBD e uno trattato senza CBD. A entrambi è stata fatta seguire una dieta ad alto contenuto di grassi che porta all’insorgenza del Diabete di tipo 2. Ebbene i topi che non hanno ricevuto CBD hanno sviluppato la malattia entro 17 settimane mentre negli altri si è registrata la comparsa della patologia dopo 26 settimane.

I risultati offerti dalla scienza sono incoraggianti e ad oggi promettenti sugli effetti positivi che l’assunzione dell’olio di CBD può avere sui pazienti affetti dal diabete. In futuro quindi si può prevedere, dopo ulteriori approfondimenti, l’ideazione di una vera e propria terapia complementare con cannabidiolo da affiancare alla medicina tradizionale per trattare la patologia.

* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.

Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.

Fonti:

[1] Wargent, E., Zaibi, M., Silvestri, C. et al. The cannabinoid Δ9-tetrahydrocannabivarin (THCV) ameliorates insulin sensitivity in two mouse models of obesity. Nutr & Diabetes 3, e68 (2013). https://doi.org/10.1038/nutd.2013.9

[2] Palomares B, Ruiz-Pino F, Garrido-Rodriguez M, Eugenia Prados M, Sánchez-Garrido MA, Velasco I, Vazquez MJ, Nadal X, Ferreiro-Vera C, Morrugares R, Appendino G, Calzado MA, Tena-Sempere M, Muñoz E. Tetrahydrocannabinolic acid A (THCA-A) reduces adiposity and prevents metabolic disease caused by diet-induced obesity. Biochem Pharmacol. 2020 Jan;171:113693. doi: 10.1016/j.bcp.2019.113693. Epub 2019 Nov 9. PMID: 31706843.

[3] Weiss L, Zeira M, Reich S, Har-Noy M, Mechoulam R, Slavin S, Gallily R. Cannabidiol lowers incidence of diabetes in non-obese diabetic mice. Autoimmunity. 2006 Mar;39(2):143-51. doi: 10.1080/08916930500356674. PMID: 16698671.

[4] JACC Journals › JACC › Archives › Vol. 56 No. 25 Cannabidiol Attenuates Cardiac Dysfunction, Oxidative Stress, Fibrosis, and Inflammatory and Cell Death Signaling Pathways in Diabetic Cardiomyopathy

[5] Neuroprotective and Blood-Retinal Barrier-Preserving Effects of Cannabidiol in Experimental Diabetes. Azza B. El-Remessy, Mohamed Al-Shabrawey, Yousuf Khalifa, Nai-Tse Tsai, Ruth B. Caldwell, Gregory I. Liou. DOI:https://doi.org/10.2353/ajpath.2006.050500

[6] The Impact of Marijuana Use on Glucose, Insulin, and Insulin Resistance among US Adults. Elizabeth A. Penner, MD, MPH, Hannah Buettner, BA, Murray A. Mittleman, MD, DrPH. Published:May 16, 2013DOI:https://doi.org/10.1016/j.amjmed.2013.03.002

[7] Cannabidiol: from an inactive cannabinoid to a drug with wide spectrum of action. https://doi.org/10.1590/S1516-44462008000300015

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