Cos’è la cannabis terapeutica?

Caratteristiche e usi della cannabis medica

Di sicuro avrai sentito parlare della cannabis terapeutica e ti sarai chiesto se è la stessa che viene usata per scopo puramente ricreativo. La risposta è no, tra le due infatti corrono parecchie differenze, soprattutto perché quella impiegata a livello medico (per questo detta anche “cannabis medica”) deve rispondere a precisi criteri relativi anche al modo in cui viene coltivata.

La legge che regolamenta la produzione e l’uso di sostante stupefacenti e psicotrope, quindi anche la Cannabis, in Italia è il Decreto del 9 ottobre 1990, n. 309.

Produzione della cannabis terapeutica

La cannabis terapeutica, conosciuta anche come cannabis medicinale, proviene da un’agricoltura controllata, che non fa uso di pesticidi. Tutto il suo processo produttivo, dalla semina alla raccolta alla lavorazione fino ad arrivare al prodotto finito e confezionato, è regolato da normative severe: direttive imposte a livello internazionale che devono garantire alti standard di qualità e di sicurezza del prodotto, in modo tale da renderlo conforme alle necessità dei pazienti. Sono d’altronde loro a dover trarre giovamento dagli effetti benefici dai preparati a base di cannabis.

Nello specifico la cannabis terapeutica deriva dalla canapa indiana e viene ricavata dalle sue infiorescenze. È in esse infatti che si trovano i principi attivi più importanti, quelli che vanno ad agire sul sistema nervoso centrale e periferico. Le sostanze a cui ci stiamo riferendo sono il THC (ovvero il delta-9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo).

In Italia l’impiego della cannabis terapeutica risale al 2006, con l’emanazione del Decreto Legislativo del 24 aprile 2006, n. 219, ma la normativa vera e propria che ne stabilisce gli ambiti d’uso, ovvero le patologie per cui i medici possono prescriverla, risale al 2015, con il DM 9 novembre 2015.

L’approvazione dell’impiego effettivo della cannabis terapeutica come terapia alternativa a quella farmacologica si ha nel 2016. È a dicembre di tale anno che vengono messi in vendita i primi lotti.

Qual è la differenza tra la cannabis terapeutica e la cannabis light (o legale)?

In commercio è presente anche un’altra varietà di cannabis, quella chiamata light o legale ma la sua destinazione d’uso e le sue caratteristiche sono ben diverse rispetto a quelle della cannabis medicinale. Benché la cannabis light venga spesso indicata come utile rimedio in caso di stress, ansia e come analgesico per via del Cannabidiolo contenuto al suo interno, la canapa light non può essere impiegata a scopo terapeutico.

Ma quali sono di preciso le differenze con la cannabis terapeutica?

THC e CBD

thc cbd cannabis terapeutica
THC e CBD nella cannabis terapeutica

La diversità risiede nelle concentrazioni delle due sostanze più importanti presenti nella pianta e quindi nei prodotti derivati: il THC e il CBD.

Nella cannabis light, la quantità di THC non può superare la tolleranza massima dello 0,5%. In quella terapeutica invece la percentuale di THC può arrivare fino al 22%.

Un’ulteriore distinzione va fatta in base alla vendita dei prodotti derivati dalla canapa.

La cannabis legale può essere acquistata da qualsiasi persona maggiorenne nei rivenditori specializzati (o per essere precisi, non ne è vietata la vendita). La cannabis medicinale invece è disponibile esclusivamente in farmacia, solo dietro prescrizione medica.

In virtù della bassa concentrazione di THC, la cannabis light non ha alcun effetto sul sistema psichico tranne quello di rilassare il soggetto che ne fa uso. Se vuoi approfondire, puoi leggere l’articolo che parla della normativa italiana sulla canapa light.

Le varietà di cannabis farmaceutiche ammesse in Italia

La normativa italiana sulla cannabis terapeutica è stringente e disegna in maniera netta chi, come e cosa può essere prodotto per scopo medico, e come può essere distribuito.

Le varietà di cannabis farmaceutiche ammesse in Italia a scopo terapeutico sono:

  • Bedrocan: la percentuale di THC è del 22%, quella del CBD è inferiore all’1%. Questo prodotto è di specie Sativa, di provenienza olandese.
  • Bediol: la percentuale di THC si attesta sul 6,5% e quella del CBD sul 9%. Anche questo preparato è di origine olandese, di specie Sativa.
  • Bedica: la percentuale del THC è pari al 14% e quella del CBD è inferiore all’1%. La provenienza di questo prodotto è olandese, di specie Indica.
  • Bedrolite: la percentuale di THC è inferiore all’1% mentre quella del CBD è pari all’8%. Il prodotto appartiene alla specie Sativa e viene sempre dall’Olanda.
  • FM1: la percentuale di THC va dal 13 al 20% mentre quella del CBD è inferiore all’1%. Questo preparato è totalmente italiano e proviene dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), specie Sativa.
  • FM2: altro prodotto made in Italy, derivante sempre dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM), ha il THC in una percentuale che oscilla dal 7,5 all’8% mentre quella del CBD va dall’8 al 12%. Anche questa cannabis appartiene alla specie Sativa.
  • Cannabis: di provenienza canadese, si distingue in base al contenuto di THC e CBD:
    • Percentuale di THC che va dal 17 al 26% mentre quella del CBD è inferiore all’1%.
    • Percentuale di THC che oscilla dal 5 all’8% e quella del CBD che va dal 6 al 12%.
    • Percentuale di THC <1% e quella del CBD che va dall’8% al 10%.

Tutte queste varietà di cannabis possono essere acquistate solo in farmacia dietro presentazione di ricetta medica. Vediamo come.

Come acquistare la cannabis terapeutica

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Infiorescenze di Cannabis di grado farmaceutico

Dal 2016 ad oggi è possibile acquistare in farmacia le preparazioni galeniche contenenti cannabis terapeutica dietro ricetta medica. Inoltre, essendo il nostro sistema sanitario regolato a livello regionale oltre che nazionale, non tutte le regioni italiane hanno approvato la possibilità di prescrivere preparati a base di cannabis terapeutica. Di fatto ne sono fuori le Marche, il Molise, la Calabria, il Trentino Alto Adige e la Sardegna che non hanno ancora una regolamentazione chiara o effettiva.

Per le altre regioni la situazione è questa:

  • Abruzzo: la ricetta medica relativa alla possibilità di utilizzare preparati a base di cannabis medicinale è a carico dello stato ma solo come ultima possibilità dopo le cure farmacologiche classiche;
  • Campania: sebbene sia stata varata la legge che prevede la prescrizione della cannabis terapeutica a carico dello stato, non è ancora entrata in vigore;
  • Basilicata: qui i preparati a base di cannabis terapeutica possono essere somministrati a scopo curativo in ospedale, a casa e nelle cliniche private ma solo se il medico specialista lo ritiene opportuno e necessario per il paziente.
  • Emilia Romagna: anche qui la prescrizione della cannabis terapeutica è a carico dello Stato ma è contemplata solo per i malati di sclerosi multipla e per placare il dolore in altre patologie in cui si sono rivelati inefficaci gli interventi farmacologici tradizionali.
  • Friuli Venezia Giulia: la possibilità di prendere gratuitamente i prodotti di cannabis medicinale è prevista per chi è affetto da sclerosi multipla, malattie neurodegenerative o per la sindrome di Tourette.
  • Lazio: in questa regione gli unici pazienti che possono avere gratuitamente i preparati di cannabis terapeutica sono quelli affetti da sclerosi multipla, cancro e quelli che hanno subito lesioni al midollo spinale. Ovviamente tale prescrizione può avvenire quando le terapie convenzionali sono risultate inutili.
  • Liguria: solo la ASL può prescrivere la somministrazione delle preparazioni galeniche contenenti cannabis.
  • Lombardia: qui è possibile usufruire dei preparati a base di cannabis terapeutica solo a pagamento.
  • Piemonte: la regione prevede la possibilità da parte del personale medico di prescrivere la cannabis terapeutica in relazione alle patologie e malattie previste dal Ministero della Salute.
  • Puglia: qui la situazione è la stessa del Piemonte e il rimborso può essere chiesto esclusivamente per i prodotti esteri.
  • Sicilia: è possibile acquistare le preparazioni galeniche in farmacia in modo autonomo.
  • Toscana: un’apposita legge prevede che i pazienti affetti da sclerosi multipla, cancro e sindrome di Tourette possano accedere alla cannabis terapeutica a patto che il trattamento venga iniziato in ospedale o in strutture private convenzionate. Solo in un secondo tempo viene concessa l’opportunità di proseguirlo a casa.
  • Umbria: in questa regione è prevista l’erogazione di preparati a base di cannabis terapeutica dietro prescrizione medica. Sono a carico del servizio sanitario nazionale.
  • Valle D’Aosta: i medici hanno la possibilità di prescrivere i preparati gaelici ai pazienti che presentino uno dei casi menzionati dal Decreto del Ministero della Salute.
  • Veneto: anche in questa regione i medici specialisti possono prescrivere la cannabis terapeutica nel momento in cui altri trattamenti si sono rivelati fallimentari per il paziente.

Dato i continui aggiornamenti normativi, soprattutto per un tema così caldo come quello della cannabis, ti invitiamo a rivolgerti all’Azienda Sanitaria di riferimento della tua regione o al tuo medico per avere notizie aggiornate in merito.

Utilizzo della cannabis terapeutica

La cannabis per uso medicinale può essere prescritta solo quando gli altri farmaci, usati per curare determinate patologie, si sono rivelati fallimentari e non hanno portato alcun sollievo e beneficio al paziente. Ciò significa che potrebbero passare anni prima di potersi avvalere di quest’alternativa terapeutica.

Premesso questo, ecco le principali patologie per cui può essere approvato l’uso del preparato galenico della canapa:

  • Sclerosi multipla: per combattere il dolore e gli spasmi;
  • Cancro: per contrastare nausea e vomito causati spesso dalla chemioterapia o dalla radioterapia;
  • Terapia del dolore: nel paziente oncologico;
  • Dolore cronico di origine neurologica;
  • Fibromialgia;
  • Cefalea, emicrania e disturbi del sonno;
  • Sindrome di Gilles de la Tourette;
  • Lesioni del midollo spinale;
  • Anoressia: per stimolare l’appetito;
  • Lupus eritematoso e psoriasi;
  • Epilessia;
  • Glaucoma;
  • Alzheimer.

Per ulteriori approfondimenti sull’uso medico della cannabis, ecco il link al Ministero della Salute.

Come assumere la cannabis terapeutica

La cannabis terapeutica può essere assunta in vari modi e la scelta dell’uno o dell’altro dipende dal disturbo che bisogna trattare. La prima grande differenziazione da fare è quella che riguarda la somministrazione per via sistemica o locale.

Somministrazione di cannabis terapeutica per via sistemica

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Creme per uso topico e compresse per uso sistemico

In questo caso il preparato a base di cannabis raggiunge il sistema circolatorio del paziente e va a toccare anche quello nervoso. Ciò comporta che si possono avere effetti psicoattivi. Tale tipo di assunzione avviene tramite questi metodi:

  • Decotto: è ottenuto lasciando il preparato in infusione per 10/15 minuti prima di berlo.
  • Vaporizzazione: avviene inserendo il preparato in un vaporizzatore che lo porta ad evaporazione. In questo modo si diffonde nell’aria e viene inalato dal paziente.
  • Olio: viene assunto per via orale utilizzando un apposito contagocce. Le gocce vanno messe sotto la lingua.
  • Spray: l’olio di cannabis può essere assunto anche tramite spray per bocca. La dose va spruzzata sotto la lingua.
  • Capsule: è il metodo più semplice in quanto la pasticca viene ingerita con un poco d’acqua come qualsiasi altro farmaco.

Somministrazione di cannabis terapeutica per via locale

Invece per quanto riguarda la somministrazione locale, essa avviene per via topica attraverso l’utilizzo di gel e creme e non interessa il sistema nervoso. Nello specifico si possono usare:

  • Gel transdermici e creme: questi preparati possono essere messi direttamente su una lesione, per contrastare il cancro della pelle, in caso di psoriasi, dermatiti o se si hanno dolori muscolari.
  • Collirio: tale preparazione è spesso prescritta per chi è affetto da glaucoma.
  • Supposte: possono essere prescritte per alleviare infiammazioni ed emorroidi.
  • Ovuli vaginali: sono consigliati per chi deve attenuare i dolori mestruali o causati da altri disturbi.

Da quanto abbiamo detto è evidente che la cannabis terapeutica può essere efficace in più di una situazione ma la scelta di assumerla o meno è sempre da prendere in accordo al proprio medico curante.

* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.

Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.

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