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La cannabis sativa è una pianta dai molteplici usi, tanto da essere conosciuta anche con il nome di “canapa utile”.
La cannabis sativa (o canapa sativa) è una pianta appartenente alla specie botanica delle cannabinacee. L’altezza è variabile (può arrivare fino a 5 metri) ed è facilmente riconoscibile per via delle foglie allungate e acuminate.
La “canapa utile”
Oltre che per gli effetti stupefacenti, dovuti alla presenza di principi psicoattivi (come il THC) contenuti nei suoi fiori, la canapa sativa ha moltissimi usi, soprattutto in campo edile e tessile, ma anche medico e curativo.
Tra i possibili usi della canapa sativa i più importanti sono:
- Alimentare: sia la farina che l’olio di canapa (ricavati dai semi) vengono utilizzati nella produzione di prodotti da forno (biscotti e torte) o come condimento;
- Cosmetico: per le incredibili proprietà antiossidanti, emollienti e rigeneranti, l’olio di canapa sativa è utilizzato per i prodotti utili alla cura della pelle e dei capelli;
- Tessile: le fibre della pianta di canapa sativa sono perfette per ricavarne tessuti resistenti e corde;
- Edile: i materiali in canapa hanno proprietà isolanti, termo acustiche e di elevata igroscopicità, pertanto sono spesso utilizzati anche in combinazione con cemento e calce (materiali biocompositi);
- Farmacologico: per migliaia di anni, prima del proibizionismo, la canapa sativa è stata considerata un’erba medicinale, tuttora viene utilizzata per diversi usi farmacologici.
Cannabis sativa: coltivazione e storia
La canapa sativa è una pianta in grado di crescere anche su terreni difficili, come quelli sabbiosi e nelle zone paludose. Sembra appurato che la pianta in fase di crescita sia in grado di catturare fino a quattro volte la quantità di anidride carbonica assorbita mediamente da altre specie arboree.
La coltivazione di cannabis sativa ha radici molto antiche, alcuni storici fanno risalire le prime tracce addirittura al periodo neolitico.
L’origine geografica della canapa sativa è l’Asia centrale, ma la sua coltivazione si è estesa anche in Europa e in America. In Europa, già nel XVI secolo, gli inglesi cominciarono a coltivare la canapa sativa, ma solo nell’Ottocento si diffuse la produzione commerciale della canapa.
Nel Novecento la coltivazione della canapa sativa venne sempre più ostacolata dai magnati della produzione di carta, che cominciarono una massiccia opera di screditamento sui giornali nei confronti della canapa, che venne chiamata marijuana (dal nome messicano) e indicata come “droga responsabile della criminalità”.
Si arrivò così alla legge del 1937 che vietava la coltivazione di tutte le tipologie di canapa, incluse quelle a scopo medico o industriale.
Oggi assistiamo ad un ritorno alla valorizzazione delle proprietà della pianta di canapa sativa, sia per il recupero di terreni ammalorati o impoveriti (per via della sua capacità di assorbire sostanze inquinanti come zinco e mercurio), sia per l’impiego dei suoi prodotti derivati (olio di CBD, fibre, etc.).
Cannabis sativa e indica: proprietà e differenze

Alcuni tassonomisti dividono le specie della pianta di canapa in tre tipologie: sativa, indica e ruderalis. Tuttavia l’orientamento principale è quello di considerate la cannabis sativa come un’unica specie divisa nelle tre sottospecie sopra citate.
In particolare tra la canapa sativa e la indica ci sarebbero notevoli differenze legate a fattori morfologici della pianta e agli effetti dell’assunzione sul corpo umano.
A livello di struttura morfologica, la cannabis sativa e l’indica si differenziano principalmente per:
- Struttura del fusto: le piante di canapa sativa sono più alte e slanciate rispetto a quelle della varietà indica;
- Forma delle foglie: le foglie di cannabis sativa hanno dita sottili e allungate, mentre quelle della canapa sativa sono più corte e più verdi;
- Periodo di fioritura: il periodo di fioritura della sativa può impiegare fino a 10 settimane, mentre l’indica comincia a fiorire dopo 7 settimane.
Anche gli effetti dovuti al consumo delle diverse specie di cannabis variano notevolmente: mentre la canapa sativa provoca generalmente una sensazione di benessere psicofisico, la specie indica accentua maggiormente le sensazioni corporali con effetti come rilassamento muscolare, sonnolenza e aumento dell’appetito.
Proprietà dei semi di canapa sativa

Oltre ai molti usi delle fibre di canapa e alle proprietà terapeutiche dei suoi principi attivi, anche i semi della cannabis sativa vengono utilizzati nell’industria alimentare e costituiscono un alimento proteico eccezionale, oltre ad essere considerate un valido aiuto contro l’arteriosclerosi e i disturbi cardiovascolari.
I semi di canapa sativa sono composti per il 25% da proteine e contengono tutti gli 8 aminoacidi essenziali per la sintesi proteica, inoltre sono ricchi di vitamina E e di sali minerali. Per quanto riguarda la parte lipidica, i semi di canapa sono ricchi dei cosiddetti “grassi buoni” (omega 3 e omega 6).
In cucina vengono utilizzati grezzi per arricchire le insalate o preparare pesti e salse, oppure macinati per ottenere la farina di canapa che si usa nella preparazione di prodotti da forno.
Inoltre, dalla spremitura a freddo dei semi si ottiene l’olio di canapa (a bassissimo contenuto di CBD) che viene usato in cucina per condire i cibi.
La cannabis sativa è legale?

Non tutti i tipi di cannabis sativa sono legali, tuttavia la legge n.242 del 2 Dicembre 2016 permette la libera coltivazione di erba legale o canapa light (cioè una varietà di cannabis sativa con una percentuale di TCH inferiore allo 0,5%).
Quindi la coltivazione della canapa sativa è legale a condizione che questa sia prodotta da sementi certificate, che garantiscono un prodotto con una percentuale di THC entro i limiti di legge.
La stessa legge regolamenta i campi in cui la cannabis sativa può essere utilizzata, tra questi:
- Uso alimentare;
- Industria tessile;
- In campo cosmetico;
- Come pianta ornamentale.
Oltre a questi usi, la cannabis legale viene utilizzata in campo medico per alleviare i sintomi di alcune malattie. In particolare, la canapa sativa può essere prescritta a pazienti che soffrono di dolori cronici o inappetenza e nausea per via delle terapie oncologiche.
Esistono tuttavia delle limitazioni, ad esempio nel caso di pazienti che soffrono di dipendenze (come l’alcolismo) o donne in stato interessante. È buona prassi rivolgersi ad un medico in grado di somministrare la giusta terapia onde evitare i rischi di effetti indesiderati e controindicazioni.
Gli effetti della cannabis sativa
Gli effetti della cannabis sativa variano a seconda della tipologia, della quantità e della modalità di assunzione del prodotto.
I prodotti con un’elevata quantità di THC, un cannabinoide presente nelle infiorescenze della cannabis, sono illegali e se assunti per inalazione o ingeriti possono provocare:
- Euforia;
- Sensazione di benessere;
- Eccitazione;
- Allucinazioni;
- Paranoie;
- Perdita della concezione del tempo e dello spazio;
- Sonnolenza;
- Appetito;
- Pupille dilatate.
Tuttavia, online o nei negozio specializzati, è possibile acquistare prodotti alla cannabis legale (come l’olio di CBD) che rispettano i limiti di legge per quanto riguarda la presenza di sostanze psicoattive.
La cannabis light o marijuana legale si ricava dalle infiorescenze della canapa sativa, ha percentuali molto basse di THC (sotto lo 0,5%) e alte percentuali di CBD, un cannabinoide legale e dalle molteplici proprietà benefiche e rilassanti.
Tra gli effetti terapeutici della cannabis legale abbiamo:
- rilassamento muscolare;
- alleviamento della tensione;
- azione analgesica e antisettica;
- miglioramento della digestione;
- aumento dell’appetito.
La marijuana legale non può essere considerata una droga perché non produce assuefazione. Inoltre grazie all’elevata concentrazione di CBD, permette di generare esperienze terapeutiche e rilassanti, senza incorrere nei rischi di una sostanza psicoattiva.
*Le informazioni riportate hanno un fine illustrativo tratto da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico.