I cannabinoidi nella terapia del dolore

Effetti (presunti e dimostrati) di THC e CBD nel trattamento del dolore

Usare farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore è un tema ancora molto controverso, in quanto non si hanno evidenze scientifiche incontrovertibili che possano sostenere la reale efficacia di queste sostanze. È vero però che il loro impiego, a livello di controllo e attenuazione di certi sintomi, si è rivelato positivo e ha giovato alla qualità di vita dei pazienti.

Nel nostro articolo cercheremo di dare delle risposte alle domande più frequenti portando anche esempi di studi effettuati in materia. Tuttavia lo scopo di questo articolo non è quello di dare consigli sull’automedicazione, né di fare divulgazione scientifica, prima di iniziare un qualsiasi percorso terapeutico, con la cannabis o meno, ti consigliamo di:

  • Rivolgerti al tuo medico curante;
  • Reperire informazioni presso fonti autorevoli (studi scientifici e enti di ricerca).

Cos’è la terapia del dolore?

Quando si parla di terapia del dolore ci si riferisce a un insieme di trattamenti farmacologici che vengono somministrati a malati incurabili al fine di migliorare la sopportazione del disturbo cronico o addirittura ad eliminarlo quasi completamente. Tale terapia rientra nell’ambito delle cosiddette cure palliative, aventi lo scopo di rendere più tollerabile la malattia. Ciò significa che i farmaci usati non hanno lo scopo di guarire, in quanto non esiste cura per certe patologie, ma semplicemente possono aiutare la persona che ne è affetta ad abbattere la sofferenza.

La cannabis terapeutica rientra proprio in tale ambito. Va però ricordato che la sua prescrizione avviene sotto stretto controllo medico e solo quando le medicine tradizionali non hanno prodotto effetti di rilievo sul paziente, ossia nel momento in cui il malato non ha tratto giovamento dai farmaci tradizionali. Di solito la varietà di cannabis più utilizzata in questo settore è la FM2, prodotta in Italia dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM) e con un contenuto di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo) piuttosto equilibrato. Il THC è presente infatti in una percentuale del 7,5 – 8% e il CBD in una percentuale che va dall’8 al 12%.

I cannabinoidi: cosa sono e come funzionano

cannabinoidi marijuana
Cannabinoidi della marijuana

Sia il THC che il CBD appartengono alla famiglia dei cosiddetti cannabinoidi, delle sostanze chimiche che possono agire sul funzionamento dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2. Più nello specifico, i cannabinoidi si distinguono in tre differenti categorie:

  • Endocannabinoidi: sono molecole naturali, prodotte dal corpo umano, presenti nel sistema endocannabinoide. Esse mettono in azione i recettori presenti nei vari organi. I più noti sono l’Anandamide (AEA) e il 2-Arachidonoilglicerolo (2-AG). Il compito di queste sostanze è quello di aiutare l’organismo a stare in equilibrio, mantenendo su valori corretti temperatura e pH del sangue, favorendo il rilassamento e tenendo sotto controllo il dolore.
  • Cannabinoidi sintetici: sono identici agli endocannabinoidi ma a differenza di questi ultimi non sono naturali ma prodotti e sintetizzati in laboratorio.
  • Fitocannabinoidi: a questa categoria appartengono il THC e il CBD. Si tratta di sostanze prodotte e sintetizzate dalle piante di cannabis. In natura ne sono stati individuati circa un centinaio. Essendo molto simili agli endocannabinoidi possono entrare in relazione ai recettori cannabinoidi e causare svariati effetti fisiologici.

Il THC entra in comunicazione con i recettori CB1 e CB2, in questo modo può avere effetti positivi per quanto riguarda l’attenuazione del dolore, gli spasmi muscolari e un ritorno del senso di appetito, dove assente. Il CBD invece limita le funzioni del recettore CB1 e questo ostacola le reazioni avverse causate dal tetraidrocannabinolo.

Il dolore cronico: cos’è e da quali patologie è indotto

terapia del dolore e cannabis
Il dolore cronico e il sistema nervoso

Ogni individuo può provare dolore in una qualsiasi parte del corpo per un breve momento o per un periodo più lungo a causa di traumi, lesioni o malattie. La durata della condizione di sofferenza delinea la distinzione tra dolore acuto e dolore cronico.

Nel primo caso il fastidio è un campanello d’allarme grazie al quale ci si rende conto che qualcosa nel proprio corpo non funziona come dovrebbe. Intervenendo sulla causa e risolvendola, il dolore svanisce.

Nel secondo caso, invece, la sensazione spiacevole non ha una scadenza e si protrae anche oltre i tre mesi. Può durare addirittura anni, finendo con l’inficiare la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Le normali attività quotidiane, come lavorare, passeggiare, fare la spesa, leggere diventano ingestibili, si ha difficoltà nel praticarle serenamente.

Di solito il dolore cronico si manifesta in pazienti affetti da malattie specifiche quali ad esempio:

  • tumore: in tal caso si parla di dolore oncologico;
  • malattie reumatiche: esse sono ad esempio la fibromialgia, l’artrite reumatoide e l’osteoartrosi. Le malattie reumatiche sono patologie che causano infiammazioni alle articolazioni, ai legamenti, ai tendini, alle ossa oppure ai muscoli.

Va detto anche che il dolore cronico si suddivide in due tipologie:

  • dolore nocicettivo: si ha quando è presente un danno nei tessuti dell’organismo;
  • dolore neuropatico: è legato a un malfunzionamento del sistema nervoso centrale.

Al fine di venire incontro al paziente e di rendere più sopportabile la condizione di dolore cronico, vengono attuate delle terapie farmacologiche e non. Tale intervento globale rientra nell’ambito delle cure palliative.  Di solito vengono prescritti analgesici, antidepressivi, anticonvulsivanti. In alcuni casi però tale trattamento farmacologico riesce a ridurre lo stato di sofferenza solo del 30-40%, oppure un uso prolungato può produrre uno stato di “assuefazione”, quindi l’organismo non risponde più al tipo di farmaco somministrato. In tali casi si rendono necessarie soluzioni alternative. L’impiego della cannabis terapeutica è una di queste ma ovviamente il suo utilizzo necessita di uno stretto controllo medico per evitare di passare da una condizione di beneficio a una di dipendenza e tenere sotto controllo dosaggio, assunzione ed effetti collaterali dovuti anche alle possibili interazioni con altri farmaci.

Gli studi sulla cannabis e sul dolore cronico

ricerca scientifica cannabis terapia del dolore
Ricerca scientifica sui cannabinoidi e dolore

Gli studi relativi all’impiego di farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore sono ancora pochi ma quelli effettuati fino ad oggi hanno fornito ai ricercatori risultati interessanti e incoraggianti che aprono nuove prospettive d’impiego della cannabis terapeutica nei malati inguaribili.

Studi sul dolore e sclerosi multipla

Tra le ricerche più interessanti effettuate abbiamo quella pubblicata su Neurology nel 2005[i], in cui a un gruppo di 66 pazienti affetto da sclerosi multipla con dolore centrale, di solito resistente ai trattamenti tradizionali, sono stati somministrati analgesici e uno spray a base di THC e CBD. Il farmaco è stato ben tollerato e gli unici effetti collaterali riscontrati sono stati secchezza delle fauci, giramenti di testa e sonnolenza. A fronte di questo il beneficio è stato notevole, in quanto la conclusione degli scienziati è stata quella di aver registrato una diminuzione del dolore cronico centrale e un miglioramento del sonno nei pazienti coinvolti nella sperimentazione.

Studi sul dolore da HIV

Un altro studio comparso nel 2007 sempre su Neurology[ii] è stato invece dedicato alla verifica degli effetti dei cannabinoidi sul dolore neuropatico nei pazienti colpiti da HIV. Un gruppo di persone ha assunto sigarette placebo mentre un altro gruppo ha fumato cannabis con un contenuto di THC pari al 3,56%. Anche in questo caso si sono ottenuti risultati incoraggianti, in quanto la cannabis ha dato sollievo dal dolore cronico ai pazienti. Un miglioramento uguale a quello avuto con l’assunzione di farmaci orali impiegati per il medesimo scopo (cit.).

Studi sul dolore oncologico

Nel 2009 una ricerca pubblicata sul Journal of Pain and Symptom Management[iii] si è concentrata su un pool di pazienti malati di cancro colpiti da dolore cronico resistente alle cure farmacologiche tradizionali. Gli studiosi hanno somministrato ai soggetti interessati estratto di THC e CBD. L’impiego di entrambi i cannabinoidi ha generato effetti sul dolore percepito dai pazienti associato ad eventi avversi correlati al farmaco di gravità lieve/moderata. Secondo i ricercatori i risultati ottenuti aprono la strada ad ulteriori studi e approfondimenti.

Studi sul dolore neuropatico

Ancora più promettente è stato lo studio pubblicato nel 2010 sulla rivista scientifica CMAJ[iv] effettuato dai ricercatori dell’Università della British Columbia e da quelli del Centro di ricerca sul dolore dell’Università di Montreal. La ricerca ha coinvolto 23 pazienti colpiti da dolore neuropatico cronico. A tali soggetti è stato somministrato THC in percentuale crescente tramite inalazione per 5 giorni. Al termine di questo periodo sono seguiti nove giorni senza farmaco. Ebbene nel periodo di assunzione della cannabis terapeutica si è verificato un calo dell’intensità del dolore, si è avuto un miglioramento della qualità del sonno e in generale l’oppiaceo è stato ben tollerato.

L’ultimo studio degno di interesse che ti presentiamo risale al 2012 ed è stato pubblicato sul Journal of Pain[v]. La ricerca ha interessato 39 pazienti affetti da dolore neuropatico centrale e periferico. Ad essi è stata data cannabis terapeutica tramite vaporizzazione in dosi medie, a basso dosaggio o placebo. I risultati sono stati promettenti in quanto hanno fatto ottenere una diminuzione del dolore cronico. Secondo gli studiosi la sperimentazione dimostra quanto tale trattamento alternativo possa risultare un’ancora di salvezza per i pazienti che non traggono alcun beneficio dai farmaci comuni per tenere sotto controllo il dolore cronico anche in riferimento al fatto che gli effetti psicoattivi della cannabis sono stati di poco conto e ben tollerati.

Conclusioni

Sebbene i farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore abbiano dimostrato una certa efficacia, in particolare nei pazienti refrattari a quelli tradizionali, va tenuto conto che l’assunzione di queste sostanze deve essere concordata con il proprio medico soprattutto in virtù degli effetti collaterali che possono insorgere.

* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.

Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.

Fonti:

[i] September 27, 2005; 65 (6) ARTICLES
Randomized, controlled trial of cannabis-based medicine in central pain in multiple sclerosis
David J. Rog, Turo J. Nurmikko, Tim Friede, Carolyn A. Young
First published September 26, 2005, DOI: https://doi.org/10.1212/01.wnl.0000176753.45410.8b

[ii] February 13, 2007; 68 (7) ARTICLES
Cannabis in painful HIV-associated sensory neuropathy
A randomized placebo-controlled trial
I. Abrams, C. A. Jay, S. B. Shade, H. Vizoso, H. Reda, S. Press, M. E. Kelly, M. C. Rowbotham, K. L. Petersen
First published February 12, 2007, DOI: https://doi.org/10.1212/01.wnl.0000253187.66183.9c

[iii] J Pain Symptom Manage 2010 Feb;39(2):167-79.
doi: 10.1016/j.jpainsymman.2009.06.008. Epub 2009 Nov 5.
Multicenter, double-blind, randomized, placebo-controlled, parallel-group study of the efficacy, safety, and tolerability of THC:CBD extract and THC extract in patients with intractable cancer-related pain
Jeremy R Johnson 1, Mary Burnell-Nugent, Dominique Lossignol, Elena Doina Ganae-Motan, Richard Potts, Marie T Fallon
Affiliations expand PMID: 19896326 DOI: 10.1016/j.jpainsymman.2009.06.008

[iv] Smoked cannabis for chronic neuropathic pain: a randomized controlled trial
Mark A. Ware, Tongtong Wang, Stan Shapiro, Ann Robinson, Thierry Ducruet, Thao Huynh, Ann Gamsa, Gary J. Bennett and Jean-Paul Collet
CMAJ October 05, 2010 182 (14) E694-E701; DOI: https://doi.org/10.1503/cmaj.091414

[v] ORIGINAL REPORT| VOLUME 14, ISSUE 2, P136-148, FEBRUARY 01, 2013
Low-Dose Vaporized Cannabis Significantly Improves Neuropathic Pain Barth Wilsey, Thomas Marcotte, Reena Deutsch, Ben Gouaux, Staci Sakai, Haylee Donaghe.
Published:December 13, 2012DOI:https://doi.org/10.1016/j.jpain.2012.10.009

https://www.ospedaleniguarda.it/news/leggi/cannabis-terapeutica-per-il-dolore-cronico

Effetti (presunti e dimostrati) di THC e CBD nel trattamento del dolore

Usare farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore è un tema ancora molto controverso, in quanto non si hanno evidenze scientifiche incontrovertibili che possano sostenere la reale efficacia di queste sostanze. È vero però che il loro impiego, a livello di controllo e attenuazione di certi sintomi, si è rivelato positivo e ha giovato alla qualità di vita dei pazienti.

Nel nostro articolo cercheremo di dare delle risposte alle domande più frequenti portando anche esempi di studi effettuati in materia. Tuttavia lo scopo di questo articolo non è quello di dare consigli sull’automedicazione, né di fare divulgazione scientifica, prima di iniziare un qualsiasi percorso terapeutico, con la cannabis o meno, ti consigliamo di:

  • Rivolgerti al tuo medico curante;
  • Reperire informazioni presso fonti autorevoli (studi scientifici e enti di ricerca).

Cos’è la terapia del dolore?

Quando si parla di terapia del dolore ci si riferisce a un insieme di trattamenti farmacologici che vengono somministrati a malati incurabili al fine di migliorare la sopportazione del disturbo cronico o addirittura ad eliminarlo quasi completamente. Tale terapia rientra nell’ambito delle cosiddette cure palliative, aventi lo scopo di rendere più tollerabile la malattia. Ciò significa che i farmaci usati non hanno lo scopo di guarire, in quanto non esiste cura per certe patologie, ma semplicemente possono aiutare la persona che ne è affetta ad abbattere la sofferenza.

La cannabis terapeutica rientra proprio in tale ambito. Va però ricordato che la sua prescrizione avviene sotto stretto controllo medico e solo quando le medicine tradizionali non hanno prodotto effetti di rilievo sul paziente, ossia nel momento in cui il malato non ha tratto giovamento dai farmaci tradizionali. Di solito la varietà di cannabis più utilizzata in questo settore è la FM2, prodotta in Italia dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (SCFM) e con un contenuto di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo) piuttosto equilibrato. Il THC è presente infatti in una percentuale del 7,5 – 8% e il CBD in una percentuale che va dall’8 al 12%.

I cannabinoidi: cosa sono e come funzionano

cannabinoidi marijuana
Cannabinoidi della marijuana

Sia il THC che il CBD appartengono alla famiglia dei cosiddetti cannabinoidi, delle sostanze chimiche che possono agire sul funzionamento dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2. Più nello specifico, i cannabinoidi si distinguono in tre differenti categorie:

  • Endocannabinoidi: sono molecole naturali, prodotte dal corpo umano, presenti nel sistema endocannabinoide. Esse mettono in azione i recettori presenti nei vari organi. I più noti sono l’Anandamide (AEA) e il 2-Arachidonoilglicerolo (2-AG). Il compito di queste sostanze è quello di aiutare l’organismo a stare in equilibrio, mantenendo su valori corretti temperatura e pH del sangue, favorendo il rilassamento e tenendo sotto controllo il dolore.
  • Cannabinoidi sintetici: sono identici agli endocannabinoidi ma a differenza di questi ultimi non sono naturali ma prodotti e sintetizzati in laboratorio.
  • Fitocannabinoidi: a questa categoria appartengono il THC e il CBD. Si tratta di sostanze prodotte e sintetizzate dalle piante di cannabis. In natura ne sono stati individuati circa un centinaio. Essendo molto simili agli endocannabinoidi possono entrare in relazione ai recettori cannabinoidi e causare svariati effetti fisiologici.

Il THC entra in comunicazione con i recettori CB1 e CB2, in questo modo può avere effetti positivi per quanto riguarda l’attenuazione del dolore, gli spasmi muscolari e un ritorno del senso di appetito, dove assente. Il CBD invece limita le funzioni del recettore CB1 e questo ostacola le reazioni avverse causate dal tetraidrocannabinolo.

Il dolore cronico: cos’è e da quali patologie è indotto

terapia del dolore e cannabis
Il dolore cronico e il sistema nervoso

Ogni individuo può provare dolore in una qualsiasi parte del corpo per un breve momento o per un periodo più lungo a causa di traumi, lesioni o malattie. La durata della condizione di sofferenza delinea la distinzione tra dolore acuto e dolore cronico.

Nel primo caso il fastidio è un campanello d’allarme grazie al quale ci si rende conto che qualcosa nel proprio corpo non funziona come dovrebbe. Intervenendo sulla causa e risolvendola, il dolore svanisce.

Nel secondo caso, invece, la sensazione spiacevole non ha una scadenza e si protrae anche oltre i tre mesi. Può durare addirittura anni, finendo con l’inficiare la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Le normali attività quotidiane, come lavorare, passeggiare, fare la spesa, leggere diventano ingestibili, si ha difficoltà nel praticarle serenamente.

Di solito il dolore cronico si manifesta in pazienti affetti da malattie specifiche quali ad esempio:

  • tumore: in tal caso si parla di dolore oncologico;
  • malattie reumatiche: esse sono ad esempio la fibromialgia, l’artrite reumatoide e l’osteoartrosi. Le malattie reumatiche sono patologie che causano infiammazioni alle articolazioni, ai legamenti, ai tendini, alle ossa oppure ai muscoli.

Va detto anche che il dolore cronico si suddivide in due tipologie:

  • dolore nocicettivo: si ha quando è presente un danno nei tessuti dell’organismo;
  • dolore neuropatico: è legato a un malfunzionamento del sistema nervoso centrale.

Al fine di venire incontro al paziente e di rendere più sopportabile la condizione di dolore cronico, vengono attuate delle terapie farmacologiche e non. Tale intervento globale rientra nell’ambito delle cure palliative.  Di solito vengono prescritti analgesici, antidepressivi, anticonvulsivanti. In alcuni casi però tale trattamento farmacologico riesce a ridurre lo stato di sofferenza solo del 30-40%, oppure un uso prolungato può produrre uno stato di “assuefazione”, quindi l’organismo non risponde più al tipo di farmaco somministrato. In tali casi si rendono necessarie soluzioni alternative. L’impiego della cannabis terapeutica è una di queste ma ovviamente il suo utilizzo necessita di uno stretto controllo medico per evitare di passare da una condizione di beneficio a una di dipendenza e tenere sotto controllo dosaggio, assunzione ed effetti collaterali dovuti anche alle possibili interazioni con altri farmaci.

Gli studi sulla cannabis e sul dolore cronico

ricerca scientifica cannabis terapia del dolore
Ricerca scientifica sui cannabinoidi e dolore

Gli studi relativi all’impiego di farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore sono ancora pochi ma quelli effettuati fino ad oggi hanno fornito ai ricercatori risultati interessanti e incoraggianti che aprono nuove prospettive d’impiego della cannabis terapeutica nei malati inguaribili.

Studi sul dolore e sclerosi multipla

Tra le ricerche più interessanti effettuate abbiamo quella pubblicata su Neurology nel 2005[i], in cui a un gruppo di 66 pazienti affetto da sclerosi multipla con dolore centrale, di solito resistente ai trattamenti tradizionali, sono stati somministrati analgesici e uno spray a base di THC e CBD. Il farmaco è stato ben tollerato e gli unici effetti collaterali riscontrati sono stati secchezza delle fauci, giramenti di testa e sonnolenza. A fronte di questo il beneficio è stato notevole, in quanto la conclusione degli scienziati è stata quella di aver registrato una diminuzione del dolore cronico centrale e un miglioramento del sonno nei pazienti coinvolti nella sperimentazione.

Studi sul dolore da HIV

Un altro studio comparso nel 2007 sempre su Neurology[ii] è stato invece dedicato alla verifica degli effetti dei cannabinoidi sul dolore neuropatico nei pazienti colpiti da HIV. Un gruppo di persone ha assunto sigarette placebo mentre un altro gruppo ha fumato cannabis con un contenuto di THC pari al 3,56%. Anche in questo caso si sono ottenuti risultati incoraggianti, in quanto la cannabis ha dato sollievo dal dolore cronico ai pazienti. Un miglioramento uguale a quello avuto con l’assunzione di farmaci orali impiegati per il medesimo scopo (cit.).

Studi sul dolore oncologico

Nel 2009 una ricerca pubblicata sul Journal of Pain and Symptom Management[iii] si è concentrata su un pool di pazienti malati di cancro colpiti da dolore cronico resistente alle cure farmacologiche tradizionali. Gli studiosi hanno somministrato ai soggetti interessati estratto di THC e CBD. L’impiego di entrambi i cannabinoidi ha generato effetti sul dolore percepito dai pazienti associato ad eventi avversi correlati al farmaco di gravità lieve/moderata. Secondo i ricercatori i risultati ottenuti aprono la strada ad ulteriori studi e approfondimenti.

Studi sul dolore neuropatico

Ancora più promettente è stato lo studio pubblicato nel 2010 sulla rivista scientifica CMAJ[iv] effettuato dai ricercatori dell’Università della British Columbia e da quelli del Centro di ricerca sul dolore dell’Università di Montreal. La ricerca ha coinvolto 23 pazienti colpiti da dolore neuropatico cronico. A tali soggetti è stato somministrato THC in percentuale crescente tramite inalazione per 5 giorni. Al termine di questo periodo sono seguiti nove giorni senza farmaco. Ebbene nel periodo di assunzione della cannabis terapeutica si è verificato un calo dell’intensità del dolore, si è avuto un miglioramento della qualità del sonno e in generale l’oppiaceo è stato ben tollerato.

L’ultimo studio degno di interesse che ti presentiamo risale al 2012 ed è stato pubblicato sul Journal of Pain[v]. La ricerca ha interessato 39 pazienti affetti da dolore neuropatico centrale e periferico. Ad essi è stata data cannabis terapeutica tramite vaporizzazione in dosi medie, a basso dosaggio o placebo. I risultati sono stati promettenti in quanto hanno fatto ottenere una diminuzione del dolore cronico. Secondo gli studiosi la sperimentazione dimostra quanto tale trattamento alternativo possa risultare un’ancora di salvezza per i pazienti che non traggono alcun beneficio dai farmaci comuni per tenere sotto controllo il dolore cronico anche in riferimento al fatto che gli effetti psicoattivi della cannabis sono stati di poco conto e ben tollerati.

Conclusioni

Sebbene i farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore abbiano dimostrato una certa efficacia, in particolare nei pazienti refrattari a quelli tradizionali, va tenuto conto che l’assunzione di queste sostanze deve essere concordata con il proprio medico soprattutto in virtù degli effetti collaterali che possono insorgere.

* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.

Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.

Fonti:

[i] September 27, 2005; 65 (6) ARTICLES
Randomized, controlled trial of cannabis-based medicine in central pain in multiple sclerosis
David J. Rog, Turo J. Nurmikko, Tim Friede, Carolyn A. Young
First published September 26, 2005, DOI: https://doi.org/10.1212/01.wnl.0000176753.45410.8b

[ii] February 13, 2007; 68 (7) ARTICLES
Cannabis in painful HIV-associated sensory neuropathy
A randomized placebo-controlled trial
I. Abrams, C. A. Jay, S. B. Shade, H. Vizoso, H. Reda, S. Press, M. E. Kelly, M. C. Rowbotham, K. L. Petersen
First published February 12, 2007, DOI: https://doi.org/10.1212/01.wnl.0000253187.66183.9c

[iii] J Pain Symptom Manage 2010 Feb;39(2):167-79.
doi: 10.1016/j.jpainsymman.2009.06.008. Epub 2009 Nov 5.
Multicenter, double-blind, randomized, placebo-controlled, parallel-group study of the efficacy, safety, and tolerability of THC:CBD extract and THC extract in patients with intractable cancer-related pain
Jeremy R Johnson 1, Mary Burnell-Nugent, Dominique Lossignol, Elena Doina Ganae-Motan, Richard Potts, Marie T Fallon
Affiliations expand PMID: 19896326 DOI: 10.1016/j.jpainsymman.2009.06.008

[iv] Smoked cannabis for chronic neuropathic pain: a randomized controlled trial
Mark A. Ware, Tongtong Wang, Stan Shapiro, Ann Robinson, Thierry Ducruet, Thao Huynh, Ann Gamsa, Gary J. Bennett and Jean-Paul Collet
CMAJ October 05, 2010 182 (14) E694-E701; DOI: https://doi.org/10.1503/cmaj.091414

[v] ORIGINAL REPORT| VOLUME 14, ISSUE 2, P136-148, FEBRUARY 01, 2013
Low-Dose Vaporized Cannabis Significantly Improves Neuropathic Pain Barth Wilsey, Thomas Marcotte, Reena Deutsch, Ben Gouaux, Staci Sakai, Haylee Donaghe.
Published:December 13, 2012DOI:https://doi.org/10.1016/j.jpain.2012.10.009

https://www.ospedaleniguarda.it/news/leggi/cannabis-terapeutica-per-il-dolore-cronico