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Cosa dice la scienza e la medicina
Cannabinoidi e sclerosi multipla, un connubio che nel corso degli anni sta suscitando un grande interesse in ambito scientifico e medico, in quanto l’impiego della cannabis terapeutica si è rivelato efficace nel trattamento della sintomatologia più invalidante, quella che i pazienti segnalano essere la maggior responsabile del peggioramento della loro qualità di vita. In particolare ci riferiamo alla spasticità che comporta un aumento anomalo del tono muscolare e delle contrazioni involontarie dei muscoli.
Farmaci a base di cannabis per la sclerosi multipla: in Italia e all’estero
Attualmente in Italia l’impiego della cannabis medicinale può essere prescritto solo quando i trattamenti farmacologici tradizionali risultano inutili, ossia non portano più alcun miglioramento nelle condizioni del paziente. In Gran Bretagna, Olanda e Belgio invece sono stati approvati farmaci a base di cannabis per tenere sotto controllo e attenuare il dolore nelle persone affette da sclerosi multipla. In aggiunta sono stati usati anche per contrastare nausea e vomito nei malati di cancro e per risolvere l’anoressia nei pazienti affetti da AIDS.
Nel 2013 nel nostro Paese è stato approvato il Sativex, farmaco a base di endocannabinoidi, allo scopo di trattare la spasticità muscolare causata dalla sclerosi multipla. Gli studi scientifici per quanto concerne tale patologia neurodegenerativa si sono per l’appunto focalizzati sugli effetti benefici che i cannabinoidi (simili agli endocannabinoidi prodotti dal nostro corpo) possono avere sui malati sia a livello dei sintomi più comuni e sia come un trattamento vero e proprio.
A dare il via alla sperimentazione scientifica sono stati dei casi di pazienti colpiti da sclerosi multipla[i]. Questi ultimi negli anni ’70, di loro spontanea volontà e senza alcun consenso medico, hanno iniziato a fumare marijuana registrando un certo sollievo dai sintomi della malattia. I cannabinoidi dunque possono davvero rappresentare una svolta per curare, anche solo a livello palliativo, la sclerosi multipla?
Nel nostro articolo cercheremo di rispondere a questa domanda, tuttavia lo scopo non è quello di dare consigli sull’automedicazione, né di fare divulgazione scientifica, prima di iniziare un qualsiasi percorso terapeutico, con la cannabis o meno, ti consigliamo di:
- Rivolgerti al tuo medico curante;
- Reperire maggiori informazioni presso fonti autorevoli (studi scientifici e enti di ricerca).
I cannabinoidi: cosa sono e quali sono le loro proprietà
I cannabinoidi sono sostanze chimiche presenti in grandi quantità nella canapa, in particolare nella varietà della cannabis sativa. Ne sono stati individuati circa un centinaio, tra i quali i più conosciuti sono il THC (tetraidrocannabinolo), il CBD (cannabidiolo), il CBN (cannabinolo), il CBG (cannabigerolo) e il CBC (Cannabicromene).
Ad oggi quello più studiato è il THC, la sostanza psicotropa che causa l’alterazione dello stato di coscienza nei soggetti che lo assumono in percentuali elevate. Accanto ad esso però gli altri cannabinoidi citati rivestono ugualmente una grande importanza, soprattutto perché non sono composti psicoattivi e possono apportare svariati benefici nelle persone. Tra di essi abbiamo il rilassamento, l’attenuazione del dolore e degli spasmi muscolari, il miglioramento del riposo notturno, dell’umore e degli stati infiammatori.
I cannabinoidi agiscono a livello del sistema endocannabinoide, un sistema biologico che si trova nell’uomo e che è preposto a svolgere determinate funzioni. In esso hanno sede i recettori cannaboinidi, in particolare CB1 e CB2. Come suggerisce lo stesso nome, questi recettori individuano i cannabinoidi derivanti dalla cannabis, si legano ad essi e trasmettono un messaggio alle cellule, comportando una temporanea modifica delle loro funzioni. I recettori CB1 sono presenti nel sistema nervoso centrale mentre i recettori CB2 si trovano nel sistema immunitario.
Scendendo ancora più nel dettaglio, vediamo quali sono le proprietà benefiche dei cannabinoidi sopracitati:
- THC: questo principio attivo non ha solo effetti negativi, ma anche terapeutici. In particolare può favorire la sedazione, attenuare stati di dolore, contrastare la mancanza di appetito e migliorare l’umore;
- CBD: dopo il THC è il cannabinoide presente in maggiori quantità nella cannabis. Come detto non ha effetti psicoattivi ed è un valido analgesico, anticonvulsivante, antinfiammatorio, antidepressivo e può aiutare a contrastare stati di ansia e agitazione.
- CBN: esso deriva dalla degradazione del THC. Non è stato ancora studiato approfonditamente ma a quanto pare dovrebbe avere un effetto rilassante, sedativo e anticonvulsivante.
- CBG: questo cannabinoide agisce in maniera simile al CBD e infatti ha effetti antidolorifici, antibatterici e antidepressivi. Si è inoltre rivelato un alleato per combattere la psoriasi.
- CBC: la quantità di CBC varia a seconda della pianta di cannabis. Tra le sue principali qualità sembrano riconsciute quelle di diminuire la percezione del dolore e di essere un buon antinfiammatorio.
La sclerosi multipla: cos’è
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa e autoimmune che interessa i neuroni del cervello e quelli che si trovano nel midollo. Essa comporta una reazione anomala del sistema immunitario che va ad attaccare alcuni dei componenti del sistema nervoso. In particolare il processo infiammatorio che si scatena può danneggiare la mielina, una sorta di guaina protettiva dei neuroni, e le cellule che producono questa sostanza.
Tale reazione avversa viene chiamata demielinizzazione e può interessare qualsiasi zona del sistema nervoso centrale, in particolare quella del midollo, del cervelletto e dei nervi ottici. I sintomi che compaiono con maggior frequenza nei pazienti sono:
- spasmi muscolari;
- tremori;
- una condizione di affaticamento generale;
- disfagia, ossia la difficoltà a inghiottire cibi solidi e liquidi;
- insonnia;
- inappetenza;
- incontinenza;
- difficoltà di movimento.
Come per il Parkinson, neanche per la sclerosi multipla non esiste al momento una cura che porti alla regressione completa della malattia. È però possibile seguire dei trattamenti terapeutici che possono rallentarne la progressione e attenuarne la sintomatologia. La patologia colpisce più le donne che gli uomini e il range di età in cui si manifesta vai dai 20 ai 40 anni.
Studi su cannabinoidi e sclerosi multipla
Le ricerche scientifiche effettuate fino ad oggi su cannabinoidi e sclerosi multipla hanno offerto risultati incoraggianti, che fanno presupporre in futuro la possibilità di contrastare i sintomi più gravi della malattia.
Uno studio interessante è quello realizzato da un’equipe tedesca nel 1999 [ii]. Su un gruppo di 170 pazienti, dei quali l’11% affetto da sclerosi multipla, sono stati analizzati gli effetti della cannabis impiegata come automedicazione. Ebbene il 71% dei malati ha riscontrato un miglioramento dei sintomi della propria malattia senza effetti collaterali gravi.
Ancora più importante è la ricerca effettuata nel 2003 su 630 pazienti colpiti da sclerosi multipla [iii]. Lo scopo della sperimentazione era verificare se i cannabinoidi potessero avere un effetto benefico sui sintomi tipici della malattia. I partecipanti sono stati trattati con cannabis assunta per via orale (composta da THC, CBD e altri cannabinoidi) o con placebo. I risultati misurati con la scala Ashworth, che all’epoca era quella impiegata per valutare il livello di spasticità, non ha fatto registrare benefici significativi ma in realtà i pazienti hanno segnalato a livello soggettivo un miglioramento della mobilità.
Nel 2010, uno studio si è concentrato sulla validità del Sativex come farmaco antispastico su 666 pazienti ammalati di sclerosi multipla [iv]. I risultati sono stati notevoli, in quanto dalla ricerca è emerso che il Sativex contrasta la spasticità senza causare gravi effetti collaterali.
Interessante è infine la ricerca condotta nel 2015 in Canada [v] su pazienti con sclerosi multipla che avevano dimostrato una certa resistenza al gabapentin, non traendo quindi alcun giovamento al dolore neuropatico. Ad alcuni malati sottoposti alla sperimentazione sono stati somministrati gabapentin e nabilone (in pratica THC sintetico), agli altri invece è stato dato un placebo. Dopo 5 settimane, coloro che avevano assunto il nabilone hanno notato un miglioramento del dolore neuropatico con effetti collaterali quasi nulli.
La conclusione generale dei vari studi effettuati è stata che il trattamento con i cannabinoidi può essere efficace, seppur a livello soggettivo, contro gli spasmi muscolari e il dolore neuropatico indotti dalla sclerosi multipla. Contro il tremore invece non sembra ancora dimostrato alcun beneficio.
* Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo articolo hanno un fine illustrativo, sono tratte da fonti esterne e non costituiscono in alcun modo un consiglio medico. Quindi prima di utilizzare prodotti a base di THC o CBD ti consigliamo di rivolgerti a un professionista.
Ti invitiamo a non consumare prodotti alla cannabis fuori dalla legalità: può essere molto pericoloso per la tua salute, provocare effetti collaterali non prevedibili e portarti seri problemi con la legge.
Fonti:
[i] June 08, 2004; 62 (11) BRIEF COMMUNICATIONS
Patterns of cannabis use among patients with multiple sclerosis
J. Clark, M. A. Ware, E. Yazer, T. J. Murray, M. E. Lynch
First published June 7, 2004, DOI: https://doi.org/10.1212/01.WNL.0000127707.07621.72
[ii] Ergebnisse einer standardisierten Umfrage zur medizinischen Verwendung von Cannabisprodukten im deutschen Sprachraum
Schnelle M.a · Grotenhermen F.b · Reif M.a · Gorter R.W.a
Forsch Komplementärmed 1999;6:028–036
https://doi.org/10.1159/000057154
[iii] Cannabinoids for treatment of spasticity and other symptoms related to multiple sclerosis (CAMS study): multicentre randomised placebo-controlled trial
Dr John Zajicek, FRCP, Patrick Fox, MD,Hilary Sanders, BSc, David Wright, PhD, Jane Vickery, BSc, Prof Andrew Nunn, MSc et al.
Published:November 08, 2003DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(03)14738-1
[iv] Meta-analysis of the efficacy and safety of Sativex (nabiximols), on spasticity in people with multiple sclerosis
Derick T Wade, Christine Collin, Colin Stott, Paul Duncombe
First Published June 17, 2010
https://doi.org/10.1177/1352458510367462
[v] Nabilone as an Adjunctive to Gabapentin for Multiple Sclerosis-Induced Neuropathic Pain: A Randomized Controlled Trial
Dana Turcotte, PhD, Malcolm Doupe, PhD, Mahmoud Torabi, PhD, Andrew Gomori, MD, Karen Ethans, MD, Farid Esfahani, MD, Katie Galloway, MSc, Mike Namaka, PhD
Pain Medicine, Volume 16, Issue 1, January 2015, Pages 149–159, https://doi.org/10.1111/pme.12569
https://www.aism.it